martedì 30 settembre 2008

Il nodo delle relazioni



Workshop esperienziale
condotto dal Dott. Filippo Rametta
e dal Dott. Raffaele Bifulco

BENEVENTO – 18 OTTOBRE 2008




“Mi accorgo che provo ogni giorno qualcosa di più forte in questo rapporto, ma non so se faccio bene a lasciarmi andare. E se non fosse la persona per cui ne vale la pena? Dipende da cosa mi fa provare… vabbè, se non mi va chiudo…”

“Ti rendi conto, non ha avuto neanche il coraggio di dirmi le cose apertamente. Adesso me le dovrà pagare tutte: buon viso a cattivo gioco!”

“Per me fare questa scelta è la cosa più giusta: il problema è degli altri che non vogliono capire e che si aspettano che io mi comporti per forza in un certo modo. Io devo essere me stesso, solo se sono felice potrò dare il meglio di me!”

“Non la sopporto e non la voglio accettare, è più forte di me. Per me le cose stanno così e ora se ne deve stare solo al posto suo. Meno ci ho a che fare meglio sto!”

“Io ce l’ho messa tutta ma a questo punto dipende da lei se vuole cambiare. Non posso più sopportare tutto questo, ora me ne lavo le mani. Mi si spezza il cuore ma non ne voglio sapere più niente!”

“Adesso devo portare avanti tutte queste cose e resistere! Non posso rinunciare a niente perché mi sentirei un fallito! Già mi immagino cosa penserebbero i parenti e cosa dovrei inventarmi per giustificarmi con i miei amici…”

Relazioni che ingabbiano, che reprimono l’espressività individuale. Circoli viziosi e comportamenti automatici dai quali non sappiamo venir fuori. Sentimenti di impotenza e di inadeguatezza. Resistenze e pregiudizi verso gli altri, agiti e subiti. Manipolazioni, gelosie, invidie. Paura di essere raggirati, usati… di sentirsi perdenti. Bisogno di superiorità, di evasione, di trasgressione a tutti i costi. Disorientamento di fronte a rapporti nei quali non si è certi di ritrovarcisi, di poter costruire…

Quante delle nostre storie raccontano questo, anche di più?! Le frasi che ho riportato sono frequenti: le abbiamo pronunciate oppure ce le hanno riferite. Nelle relazioni abbiamo sperimentato intense gioie e anche grandi sofferenze. E per questo, da qualche parte dentro di noi, temiamo che gli altri possano sempre deluderci.
I rapporti sociali e le relazioni affettive - con i genitori, i figli, gli amici, i colleghi, tra fidanzati, conviventi, coniugi, amanti - troppo spesso risentono di incomprensioni e diversità che derivano dall’età, dalla cultura, dalle esperienze di vita. O sono minati da paure, conflitti e disagi che limitano la persona nel suo Esserci, per se stesso e per l’altro.


L’incontro tra l’Io e il Tu sembra desiderare un incontro autentico tra la Libertà e la Responsabilità connesse alla Relazione, per mettersi in gioco veramente in tutti i tipi di rapporto.

Forse oggi è utile domandarsi “chi sono” ma chiedersi anche “chi è l’altro”; interrogarsi come si vuole essere e su come si vuole stare in contatto con gli altri. In questo senso, forse, l’autenticità e le varie forme che essa può assumere nelle relazioni è un punto di partenza per costruire ogni giorno la propria identità e la propria realizzazione personale, affettiva e professionale. Ma, forse, non è cosa così scontata e facile, per cui è anche un punto di arrivo a cui tendere costantemente.


Tu riesci a conciliare il senso di libertà e di responsabilità nei rapporti con gli altri?
Le relazioni che sono per te significative, in questo momento della tua vita, le senti autentiche?
Quale punto desidereresti affrontare per migliorarle e cosa aggiungeresti?