domenica 6 gennaio 2013

Divenire

Ogni conquista
per qualche parte
sa di perdita.

E mi sembra

che non sono pronto
mai.

Raffaele Bifulco
27/12/2012


Mi risuonano le storie degli altri, le esperienze rivissute nel mio gruppo di psicoterapia, la fragilità e la forza dell'essere umano. Universali.

E mi ricordano che l'obiettivo non può essere "arrivare", ma "divenire".

Con tutta la fatica e le stanchezze che produce. Con tutta l'incertezza e le paure che comporta. Con tutta la relatività e le imprecisioni che manifesta. Con tutta la ricerca e le diverse forme di coraggio che pretende.

Siamo in divenire. Ed occorrono occhi per vedere.

Non indietro e non solo il qui ed ora, ma anche oltre.

Oltre l'orizzonte.





6 commenti:

Anonimo ha detto...

QUESTA IMMAGINE é CIò CHE VEDO QUANDO HO UN VERO RAPPORTO CON UNA PERSONA. QUANDO NELLA MIA MENTE VEDO CIò RAGGIUNGO ME OLTRE TUTTE LE COSE.PECCATO CHE NON SEMPRE SI PUò AVERE. GRAZIE

raffaelebifulco ha detto...

Buongiorno "Anonimo"... hai cliccato sul link sotto l'immagine? ... la strada è lunga, con curve e con un arrivo che quando c'è, è una nuova partenza...

E grazie perchè ci stai raccontando come prende forma, e vita, la discontinuità dentro di te. Questo ci fa da specchio. Succede a tutti. E ciononostante, possiamo essere costruttivamente in divenire...

cristina ha detto...

Il divenire mi fa paura! Quel quadro non riesco a dipingerlo. Sono bloccata per le paure, per l'insicurezza, per aprirmi, esprimermi! La strada non la voglio lunga e mi porta in crisi sapendo che quando si arriva a qualcosa c'è una nuova partenza. No Raffaele...non ce la faccio in questo. Mi pesa troppo.
Grazie!

Nadia ha detto...

...e già dal titolo pensavo a Divenire" di Einaudi...siamo sempre in divenire, sempre, anche nella costrizione, nell'immobilità forzata, sia reale che metaforica...e sempre con estrema fatica...e con il fatto che questo nostro divenire a stento lo riconosciamo noi...dall'esterno magari si vede poco o non si vede per nulla...e si che ci vuole tanto coraggio, per poter insistere nel divenire, per voler continuamente divenire più consapevoli, nonostante la paura e la fatica ed il dolore...durante il viaggio tanti paesaggi diversi e persone diverse e poi all'orizzonte nuvole ma anche sole oltre le nuvole, oltre la fatica e lo sforzo...ma quel sole ci dà la forza di voler continuare a divenire, sempre e comunque...a dispetto di tutto e di tutti, che si veda oppure no!!!penso che il viaggio da fare sia ancora lungo...ancora tanto da scandagliare, anche a fatica e nel dolore...ma voglio avere sempre la curiosità di divenire e non sentirmi mai arrivata...e non arrivare mai...Nadia

raffaelebifulco ha detto...

Ti va riconosciuto, Cristina, che anche se temi di aprirti e sei incerta rispetto all'esprimerti, comunque lo fai e anche con chiarezza. "Il divenire mi fa paura". Il messaggio arriva dritto, preciso.

Va anche riconosciuto che il divenire non è una scelta, di per sé. Le cose accadono. Le cose si susseguono. Le cose si modificano e diventano. Fuori di noi. Dentro di noi.

Il più delle volte non è il divenire a far paura, quanto l'incognita di cosa potrà accadere (di terribile) e del male che potrebbe conseguirne. Questa riflessione potrebbe aiutarti... fermarsi non equivale a "fermare il divenire delle cose" e non serve ad evitare le cose che fanno male (sia quelle passate, sia quelle che potrebbero avvenire).

Guardare avanti, in questo senso, ha una scopo importantissimo: incidere sul divenire in modo da non subire le cose che accadono, intorno a noi; interagire con il divenire in modo da scegliere come vogliamo essere, dentro di noi.

So bene, benissimo, quanto pesa. Per questo scrivo che << mi sembra/che non sono pronto/mai >>. Ma trovo che il fine sia molto più importante della zavorra e che uscire dal dolore giustifica tutti gli sforzi possibili.

raffaelebifulco ha detto...

Grazie Nadia del tuo contributo, di tutta la tenacia che sveli con questa finestra aperta sul panorama dei tuoi pensieri, sulle sfumature della tua volontà.

Comprendere il divenire della vita a volte è proprio un rebus, hai ragione: << … a stento lo riconosciamo noi ... dall'esterno magari si vede poco o non si vede per nulla >>.

Immagina che qualcuno che ti inviti a vedere un film che ritiene bellissimo perché ti trasmette qualcosa di speciale e poi, sorridente e compiaciuto, ti mostra una fotografia. Una scena, per quanto importante, non racconta tutta la storia, non ti coinvolge come il fatto di viverne i passaggi cruciali, ha meno senso per te se non hai sperimentato emozioni.

La vita vuole essere vista. VISTA.

<< Ed occorrono occhi per vedere >>. VEDERE.