domenica 17 febbraio 2013

Inciampo

Fossi d’aria
Trasparente
Scivolerei intorno alle cose,
Quando violenta, quando lieve.
E svanirei.

Fossi d’aria
Impenetrabile
Avvolgerei i corpi belli che dico io,
Per farli miei, per esser io.
E vincerei.

Fossi d’aria
Leggera
Indosserei il profumo delle calle bianche,
Senza peso, perfetta.
E danzerei.




















E invece no.
Su questa terra,
Se solo cammino,
Inciampo.

Raffaele Bifulco
17/02/2013


Quanto timore di fronte alla propria strada... quanto indugio per il cammino che c'è ancora da percorrere... e quanta reticenza alla scelta, davanti ai propri bivi!

Il divenire delle cose, delle persone, di sé può essere vissuto con ansia, parente della paura. Ma anche con fiducia, figlia della premura e del coraggio.

A volte non è neanche tanto l'incertezza del percorso a bloccare, quanto l'urgenza interiore di evitare di cadere. 

Un'altra volta, cadere. Come se l'inciampo fosse prova della propria inettitudine. O - peggio - per non aver certezza che poi non c'è nessuno a correrci incontro ed asciugarci le lacrime... a cullarci e consolarci... a prendersi in giro e trasformare il pianto in riso... a rassicurarci ed aiutarci a tornare in piedi...

Si imparano molte cose dagli inciampi.

Si apprende ad evitarli, oppure no, ricascandoci. A prevederli ed eliminarli. Si può anche trovare qualche vantaggio, ritrovandosi a cercarli. Si può apprendere a parlarci, conoscerli. Li si può odiare, arrivando ad odiare qualcosa di sé o degli altri. Oppure si impara che è meglio evitare certi passaggi o, talvolta, fermarsi e basta.

E tu, dai tuoi inciampi, cosa hai imparato?


10 commenti:

Anonimo ha detto...

mi sa che hai avuto anche me come ispirazione, Raffaele? io devo dire che ancora c'è mtanto da imparare, non si finisce mai...e mi sa che neanche questa volta ho capito tutto, ancora...resistenza e reticenza alla scelta:per paura delle novità e di non riuscire nell'intento, forse...devo ancora crescere...Nadia

Serena ha detto...

inciampo, cado, mi faccio male, mi alzo, zoppico, ma il dolore piano piano passa, ricado, rinciampo, ma mi rialzo sempre, con indifferenza e non curanza della gente, ma fa niente io mi rinforzo e so di contare sempre e solo su me stessa, e vado dritto per la mia strada, qualsiasi sia, con la speranza di non inciampare o inciampare ed essere tirata su, aiutata confortata, è dura non è così, ma io spero sempre, e spero anche di trovarmi sempre vicino qualcuno che inciampa e posso allungare una mano per tirarlo su, aiutarlo, bello essere aria, ma non è così, beh nella vita si inciampa spesso, ma bisogna sempre avere la forza di rialzarsi e ricominciare.

nico ha detto...

oggi e' proprio difficile capire tutto questo! oggi di nuovo un angelo e'volato via.Ho capito che come ti rialzi un po' cosi'inciampi in dolori nuovi e che in fondo non hanno un perche'!Per la seconda volta mio figlio perde una persona cara e troppo giovane, cosa significhera' tutto questo nella sua vita? ho paura!

serena ha detto...

la vita è piena di inciampi, improvvisi, previsti o solamente involontari, difficili da evitarli, ma ci sono, nn sempre dipende da noi, bisogna prenderli con tutto il dolore ke portano.

raffaelebifulco ha detto...

Nadia, non sempre si capisce "tutto", anzi! E' proprio nel tempo e con l'esperienza, con le giuste pause ... e le cadute (!), che puoi superare quella percezione profonda che le cose sono più grandi di te. Quanti successi hai bisogno di collezionare prima aggiornare l'idea che hai di te, delle tue risorse, delle tue capacità? ...ma, soprattutto, hai previsto che questo ti accada?

raffaelebifulco ha detto...

Se fossimo "aria" potremmo evitare la materia spigolosa, dura, fredda...

...nelle tue parole, nico, leggo tutta l'intensità dell'amore di chi si sente genitore, di chi vorrebbe proteggere il proprio figlio dal dolore... dargli tutto ciò che c'è di buono ed evitargli anche una sola di quelle esperienze che fanno più male.

In questi casi ci rendiamo conto di quanto siamo impotenti. Credo che come genitori sia importante essere in grado di comprendere le cose essenziali della vita, per poterle spiegare ai propri figli... saperle affrontare, per poterli poi guidare... trovare un modo per evolversi, per essere esempio di crescita.

raffaelebifulco ha detto...

Che testimonianza forte quella di Serena!

Un modo di essere in cammino che non pretende di essere ineccepibile... e questo vale per se stessi come per l'essere padre e madre. La perfezione (e la costanza della perfezione) è utopia. Io non credo che questo sia "umano"... tuttavia in ogni occasione possiamo scegliere in che direzione muoverci... con le proprie fragilità e le proprie forze, con i limiti e la determinazione che convivono in noi.

Serena ci ricorda che il dolore non determina la chiusura, il cinismo o l'incattivimento di una persona. Inciampare fa parte del percorso, non è la fine del percorso!!! L'inciampo può far bene, può essere una scuola... è occasione di stare in contatto con la realtà, di riorientarci nel percorso... può temprare e, incredibilmente, l'inciampo può far sorridere!

cristina ha detto...

Quante belle parole e a metterle in pratica lo si fa? Non penso o se si fa è proprio chi è forte e ama la vita così com’è, e credo che non ce ne sono molte di queste persone…sono rarissime. L’angoscia, le paure, l’ansia, lo scoraggiamento ce li abbiamo tutti e non possiamo evitarli. Rialzarsi? Per forza se vuoi andare avanti. Ora il problema è il modo di come si va avanti. Io vado avanti in modo negativissimo e per me significa sopravvivere. Ma davvero voi riuscite a vivere e non sopravvivere? Pufh! Non ci credo. Non credo nella vita, non credo nella maggior parte delle persone. Ok non credo in me stessa. È un mio problema? Ok ok ok. E allora? Voi non siete di meno. Nessuno di noi crede a se stessi ma solo pochi pochi pochi. Se voi lo fate beh wowowo beati voi. Non ci credo comunque. Dalle cadute si impara, si cresce e si cerca di evitare la ricaduta e si si si e poi? È come il nostro mondo tondo che vai avanti ma trovi sempre la solita terra con avvallamenti, fango, uh guarda un gatto! Meno male che ci sono gli animali. Si ci sono anche belle cose in questa vita ma sento più il dolore delle cadute e avvenimenti schifosi, e non il profumo di un fiore, o il sole che ti bacia, o la natura, gli animali, i sorrisi dei bimbi. Sono solo attimi di vita ma poi? Boom sbatti o vieni sbattuto ai diversi muri della vita e cavolo che dolore. Io vorrei fermarmi e sparire magari. Ciao ciao.

raffaelebifulco ha detto...

Si imparano molte cose dagli inciampi, Cristina.

Li si può odiare, arrivando ad odiare qualcosa di sé o degli altri. Oppure si impara che è meglio evitare certi passaggi o, talvolta, fermarsi e basta.

Accolgo le tue parole e capisco cosa tu hai appreso. Cosa e come odi. Come ti fermi. Cosa e come rifiuti.

Piuttosto che tacere, comunque, credo sia utile il tuo grido di dolore... ed è importante che tu sappia che ci sono "luoghi" in cui c'è posto anche per la tua franchezza, per la tua protesta, per i tuoi manifesti.

Anonimo ha detto...

Dai miei inciampi ho imparato che a farmi male non è tanto il dolore della caduta quanto il dovere vedere io stessa e mostrare agli altri la mia incapacità di evitare di cadere.. che altro non è che manifestazione della mia imperfezione.
Ecco, l'inciampo x me è il continuo ricordare a me stessa di non essere perfetta quanto penso di dover essere e a volte di quanto io penso di essere sul serio!!!
E x evitare a me stessa il dolore dello svelamento evito, non faccio, procrastino, mi disinteresso, mi anestetizzo, addormento le emozioni,e così dico a me stessa che tutto è ok.
Questo è il modo in cui il mio cervello funziona automaticamente da anni e la cosa migliore che io abbia potuto fare è capire che mi inganna....e devo essere io ad insegnargli OGNI GIORNO ad affrontare gli ostacoli che si presentano nel modo più utile x il mio benessere.
Inutile dire che essendo il mio è un cervello estremamente cocciuto!!!! :-) Mirtilla