giovedì 29 marzo 2012

Gioia

“ Che stupidi che siamo…
quanti inviti respinti,
quante parole non dette,
quanti sguardi non ricambianti!
Tante volte la vita ci passa accanto e noi non ce ne accorgiamo nemmeno …”



da “Le fate ignoranti”
di Ferzan Özpetek, 2001


La voce di Michele mi raggiunge spesso in questi giorni, mentre mi muovo dentro gli accordi che la accompagnano.

E rispondo: << Che abili che siamo a vivere il “nostro” dolore, da soli. Anche quando il dolore è finito, quando le condizioni che lo producevano sono finite. Che abili che siamo a proseguire monologhi che non si coagulano mai, a potare avanti un teatro la cui regia di luci e atmosfere, attori e ripetizione compulsiva dell’epilogo non è che nostra >>.

La voce di Michele mi raggiunge mentre l’aria cambia e le giornate diventano tiepide, più luminose… in quei pochissimi giorni in cui i mandorli sono diversi da tutti gli altri alberi. Per così pochi giorni! Che stupidi che siamo… per quante parole taciute, agli altri, a noi stessi. Che stupidi che siamo tutte le volte che vediamo solo noi stessi, ripiegati su noi stessi, mentre la vita ci sta guardando, ci sta invitando, ci sta passando accanto. E noi non ce ne accorgiamo nemmeno.

Cos’è la gioia?


Oggi non voglio né dare, né cercare risposte, ma lasciarmi raggiungere.

“Un progetto che sopprima almeno un dolore inutile e ridondante […] La gioia non è assenza del dolore […]non è nemmeno clamore. È sentire che esiste un proprio senso nel mondo e che senso si lega anche alla sofferenza propria e degli altri. Un modo di sentire le vita che è pur sempre vita […] La gioia è fatta di piccole cose, di sensazioni personali che si legano anche al passato, alla propria storia […] La gioia è una costruzione che si compie momento per momento nel coraggio della coerenza […] Quando vedo un bambino piangere e so che potrebbe ridere oppure guardare il mondo con meno paura, penso alla grandezza dei gesti minimi. Basterebbe considerarli attraverso la sensibilità di chi li riceve e non di chi li compie, insomma immaginarsi sempre in una relazione, in un dialogo […] La gioia di poter dare ciò che si è, e non ciò che si ha […] parte della nostra nudità”


da “Capire il dolore. Perché la sofferenza lasci spazio alla gioia”
di Vittorino Andreoli


Oggi voglio accorgermi dei motivi di gioia dentro la mia vita, della gioia di vivere…

… le parole che hanno Senso, per me, sono gioia.
Il profumo dei panettoni nel forno, che mi corre incontro insieme alla voce della mamma appena apro piano la porta di casa, nel cuore della notte.
È gioia cogliere il passaggio dall’azzurro al turchese, nel mare. E delle stelle cadenti con la coda lunga lunga.
Il gesto autentico di un amico, di chi mi svela il suo amore, di una persona ritrovata e cara.
Tutto ciò che è poesia, ovunque io riesca a vederne, mi da gioia.
La pena condivisa, che si trasforma in serenità, insieme.
Guardare il sole che accende di rosso vivo la tenda nella mia camera, che si stende sul mio letto nel pomeriggio, che sembra fermo durante il giorno ma, a tramontare, ci mette un attimo. E come spunta dall’acqua, visto dalle Tremiti.


È gioia avere in mente altri motivi di gioia che non riporto qui, e altri che non ho ancora conosciuto…


Oggi non dire altre parole se non quelle che, per te, sono motivo di gioia!

7 commenti:

Stefano ha detto...

Davvero bello questo intervento!

Condivido le parole di Andreoli e lo stralcio del film "Le fate ignoranti" (che da sempre mi riprometto di vedere).

Per me la gioia è "semplice" non nel senso che sia immediatamente raggiungibile sempre e comunque, ma nel senso che sia nelle cose a portata di mano, non c'è cosa che mi riempia di più il cuore di un bambino che sorride o che cerca di scoprire il modno con quegli occhioni curiosi per cui qualsiasi cosa è nuova. :-)

Trovo inoltre una reale gioia quando mi accordo di esser stato utile a qualcuno e quella sensazione è il mio vero compenso.

Non ultima però, la gioia di guardare il mio amore negli occhi e perdermici dentro, ricaricandomi con un abbraccio di tutte le energie buttate in questo frenetico e pazzo mondo! :-)

Anonimo ha detto...

L’insoddisfazione è la molla che stimola l’iniziativa, la creatività, la pienezza del vivere. Questo significa trasformare il veleno in medicina, la sofferenza e l’apatia in rivoluzione e in gioia dell’essere. by Sergio

Rita Pacilio ha detto...

...'Ho girovagato tanto e sono stanca. Ogni rumore intorno è ovattato. Ogni luce si spegne. Riportami a casa.
Lasciami camminare scalza.
Voglio sentire il freddo della terra, prima che mi inghiotta. Toglimi i fili dalle braccia e dal naso. Voglio ansimare sul pavimento, arrotolarmi su me stessa nei passi lenti, piangerti in ogni lacrima rimasta: chiudermi a tutto.'
E' così che termina il mio romanzo poetico - monologo teatrale 'Non camminare scalzo' edito Edilet 2011. Il dolore che tanto disperato e fragile diventa complice del lutto e della fine a tutti i costi di se stesso per definire il confine della nebbia, per pesarla, perché non se ne può più quando diventa di un peso specifico superiore all'Universo. Poi ti accorgi che 'qualcuno' ti propone una parola nuova che nel tuo vocabolario non è mai esistita perché la mente, la pelle, il cuore non ha mai avuto necessità nè bisogno, nè logica di usarla: GIOIA. E allora devi fare i conti con un significato nuovo, una sinestesia, un'altra te. Io quando ho letto la mail ed ho guardato il video e vi ho letto qui ho pianto, ma non mi faceva male nulla, nè dentro, nè fuori: si chiama gioia?
Credo che la gioia si possa imparare.
Credo che la gioia si debba insegnare.
Quando ho pensato alla 'gioia' ho pensato al cielo, a mio padre lassù e al Paradiso.
Sei stato un dono.
Rita Pacilio

Fumone ha detto...

Felicita' come Gioia...
Felice di avere occhi per osservare il mondo
Felice di sentire i profumi inebrianti della primavera e del mare
Felice di quello che ho perche' respiro e sono un uomo libero
Di vivere la mia vita con tutte le sue emozioni

Capitano momenti meno facili ma sono felice perche' si puo' stare molto peggio...

Felice perche' con la mia voce e i miei pensieri posso farmi apprezzare, accettare e amare.

Felice di capire che non tutti siamo uguali
Ma ognuno dentro di se ha qualcosa da dire e lotta per qualcosa di speciale.

Pero' c'e' chi corre troppo e chi molto meno...
Stop! Fermatevi un attimo....

Attiviamo i sensi, ascoltiamo l'anima che ci parla,
Ascoltiamo in silenzio la pace e la tranquillita'...
...in cima ad una montagna, su di un prato in collina,
tra la neve o la sera al mare in estate...
... In silenzio per sentire dove siamo e come stiamo...

Se ci voltiamo un attimo, alle nostre spalle.... E forse anche alla nostra indifferenza... Quante situazioni difficili, quanta sofferenza, quanto male, quanto dolore....

Fermati e rifletti! Tu sei tanto felice e neanche lo sai!

Allora cerca di capire... Scoprirai la danza... la gioia di essere padrone della tua vita... Capace di sognare amare, amarti ed essere amato nella tua e solo tua vita!

Mirtilla ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=rNjtZ5V4P-c&feature=share

Mirtilla ha detto...

A proposito di mettere poesia nella propria vita guardate il video... è bellissimo.

Io ho imparato che la Vita toglie e la Vita da;la Vita ferisce ed essa stessa è la cura.....se solo noi gliene diamo la possibilità! :-)

nico ha detto...

La gioia per me e' ritornare a sei mesi fa', quando non avevo il gran vuoto che solo una sorella come te poteva riempire. La gioia di ritornare a quando eravamo ragazzine con tanti sogni da realizzare ma che nessuno ci ha insegnato come farli diventare realta' fino in fondo, manca tutto. Manca il tuo amore, manca la solidita' di un matrimonio, manca la realizzazione di se stessi e soprattutto hai la sensazione di aver perso l'energie per un futuro migliore.La gioia per me e' ritrovare quella forza che una volta avevo, la gioia di vivere e di fare, la gioia di un nuovo obbiettivo. Cara sorella solo tu puoi aiutarmi,dammi quella forza che tu hai sempre cercato in me. La gioia di averti avuta con me anche se per troppo poco tempo. Ti voglio bene