martedì 8 aprile 2008

Depressione

Il termine “depressione” si riferisce all’umore, il sottofondo emotivo con cui affrontiamo la vita ogni giorno. Si tratta di un termine evidentemente inflazionato che ritengo sia spesso utilizzato in modo improprio. L’umore depresso è egodistonico, ossia che non è vissuto piacevolmente dalla persona. È caratterizzato da emozioni di tristezza, stati d’animo di angoscia, senso di vuoto e demotivazione. Le persone che ne soffrono hanno atteggiamenti di pessimismo, svalutazione delle proprie capacità e del mondo esterno. Si sentono spente, senza energia ed interessi.

Vi sono altri sintomi associati che spaziano dall’insonnia all’ipersonnia, dalla perdita all’incremento dell'appetito e del peso corporeo; vi è mancanza di volontà diffusa, apatia, tendenza a isolarsi dalla società e dagli affetti; l’anedonia è uno degli aspetti più difficili in quanto comporta l’assenza di piacere che può derivare dalle esperienze della vita, anche da quelle che, tipicamente, ne sono fonte principale come fare l’amore o mangiare; si registra un calo sensibile della stima di sé e, per contro, la presenza di sensi di colpa; sono tipiche le percezioni di stanchezza ed affaticamento eccessivo in seguito a minimo sforzo, fisico o mentale; la concentrazione, il mantenimento dell’attenzione, la ritenzione dei ricordi tendono a diminuire mentre le prestazioni comportamentali più abituali sono affrontate con sforzo, pesantezza…fino al punto di rinunciarvi.

La depressione invade come un’ombra tutti gli ambiti della vita di una persona: la dimensione sociale, affettiva, lavorativa…
A seconda della durata e della gravità la distinguiamo in “episodio depressivo” o “depressione maggiore.

Le cause che scatenano una sindrome depressiva possono essere diverse. In molti casi all’origine vi sono alterazioni chimiche a livello cerebrale, per esempio, l’abbassamento dei livelli di serotonina, un neurotrasmettitore presente nel cervello che è coinvolto nei meccanismi nervosi che riguardano il sonno, la percezione sensoriale e vari comportamenti. In molti casi di depressione si riscontra l’evidenza di predisposizione familiare. È frequente la “reazione depressiva” – la cui gravità può variare – che si manifesta in seguito ad un evento traumatico come un lutto, un incidente, un’esperienza di violenza o di abuso. Ma anche una condizione di vita logorante può provocare uno “spegnimento” della persona.

Per spiegare l'insorgenza di un episodio depressivo è importante comprendere che ciascuno di noi è un sistema complesso. Occorre avere uno sguardo altrettanto complesso, che sappia cogliere le molteplici sfumature della vulnerabilità e del potere personale, degli eventi destabilizzanti e delle esperienze edificanti della propria storia di vita.

Uno sguardo complesso è uno sguardo particolare. Allora “la depressione” si trasforma, assume un volto preciso che ha i connotati della persona. Non ci sono più sintomi ma espressioni di una illusione che si è frammentata, di un copione di vita autodistruttivo, di una rabbia repressa per anni, di un dolore lacerante e mai confessato a nessuno.

Ci sono momenti in cui la depressione la vedo tutta, nella sua inimmaginata aggressività, negli occhi di chi si trascina e mi chiede: Perché? Nell’intimità che si crea di momenti come questi, nella relazione con l’altro, il primo messaggio che trasmetto è la speranza.

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