martedì 15 aprile 2008

Dipendenza affettiva tra adulti

Che si stia in coppia o si sia single, c’è un tema veramente infelice rispetto alle relazioni d’amore: sentirsi dipendenti dall’altro!

Pare che di questi tempi “la dipendenza” sia connotata in modo esclusivamente negativo, mentre nella mente di ciascuno di noi albergano interpretazioni degenerative come “sottomissione”, “inferiorità”, “debolezza”, “passività”, “rinuncia”…

In realtà il termine “dipendenza”, nel contesto delle relazioni affettive, fa riferimento sia ad aspetti sani del funzionamento psichico, sia ad aspetti di disadattamento psicopatologico. Vanno fatte le dovute distinzioni! La spinta a stabilire legami di attaccamento è una componente funzionale della personalità. Investire in relazioni affettive connotate da affetto e accudimento, amicizia e fiducia, tenerezza e amore, contribuisce alla realizzazione di un buon adattamento psicosociale. I piccoli riconoscono di dipendere dai grandi e vi si affidano: quanto è importante rispondere facendo loro del bene!
Nelle relazioni tra adulti è fondamentale la disponibilità a prendersi cura dell'altro ma anche di saper ricevere le stesse attenzioni. Io dico spesso che, pure in questo aspetto, ci aiuta mantenere il contatto con il nostro "bambino interiore"! Quando si raggiunge una condizione di fiducia e di intimità significative, è possibile condividere e regalare all'altro i nostri lati più bisognosi, incompleti o vulnerabili. Anche qui, quanto è importante ricevere del bene!
Quando, invece, un adulto ricerca costantemente una o più figure preferenziali di riferimento, verso cui palesa atteggiamenti e comportamenti mirati ad ottenere assistenza, guida e approvazione, potremmo ipotizzare che si tratti di una forma di “dipendenza relazionale”. Tale forma di dipendenza può limitare anche gravemente la persona in quanto nega le basi della parità e della reciprocità nelle relazioni interpersonali e in quelle intime.

Sei una persona che ha un rapporto esclusivo, chiuso e totalizzante col partner, con l’amico/a o con “mammà”? Oppure sei il partner, l’amico/a o “mammà” di una persona che ti considera il suo principale/unico punto di riferimento?


In entrambi i casi cerca di renderti conto se sei coinvolto in una dinamica di dipendenza affettiva! Se questo tipo di dinamica è molto evidente, con il tempo non ci si sta più bene, non si cresce, ed il rapporto affettivo può degenerare pesantemente! Le persone che tendono alla dipendenza relazionale possono sviluppare una “dipendenza affettiva” nel rapporto di coppia, in cui il collante di fondo è l’appagamento dei bisogni psicologici ed affettivi di amore, stima, protezione, rassicurazione, cura, supporto…

Cerchiamo di capirci di più! In generale, le persone "dipendenti” tendono a non prendere decisioni da soli e adottano comportamenti che aderiscono alle aspettative altrui. Non amano assumere ruoli e responsabilità. Desiderano ricevere indicazioni, conferme e rassicurazioni, nelle decisioni importanti come nelle questioni più banali o di scarsa importanza. Gli individui dipendenti possono apparire, nelle situazioni sociali, gradevoli e gentili, remissivi e tranquilli, chiusi ed inibiti. Si adattano alle persone che sentono più vicine, trasformandole in una specie di modelli di comportamento. Nel rapporto di coppia tendono ad idealizzare il partner e possono chiudersi rispetto ad altri contatti interpersonali. Possono assorbire idee, modi di fare, interessi, opinioni, ecc. dal/la compagno/a. Ne ammirano le doti di carisma, forza, sicurezza, fascino, decisionalità - indipendentemente che siano presenti tali qualità: loro le vedono! più profondamente si sentono legati al partner per il fatto stesso che li hanno presi in considerazione – indipendentemente che abbiano stabilito un legame intimo e sincero o un rapporto superficiale e manipolativo. Tendono ad accettare qualunque cosa dal partner pur di non perderlo. Evitano i contrasti, non esprimono in modo diretto sentimenti e comportamenti aggressivi, nelle situazioni conflittuali soccombono, rinunciando all’affermazione personale o ad aspetti vari della propria soggettività. Possono anche condurre una vita apparentemente equilibrata ma finché riescono a mantenere la dipendenza affettiva da cui traggono la “forza” per funzionare adeguatamente.

Allora, ripensando al tuo rapporto di coppia, ti ritrovi in una dinamica simile? Quanto è vaga o marcata questa dipendenza affettiva? Sei tu o il tuo partner la persona che manifesta una dipendenza affettiva?

2 commenti:

Viola ha detto...

Concedersi totalmente e senza riserve sembra la cosa più bella da fare in un rapporto di amore o amicizia. Almeno io pensavo fosse così. Sembrava un modo (direi costoso) per ottenere l'amore delle persone che mi circondavano. Ho capito con tanta sofferenza che la strada è sbagliata quanto pericolosa. Ho rischiato di perdere me stessa. L'amore non si deve "chiedere" nè "guadagnare", noi non siamo merce di scambio e tanto meno si può pensare di pensare, credere, scegliere in base a quello che pensiamo che gli altri vogliano da noi. Non so se si può uscire facilmente da una situazione di tale dipendenza. Se fossero sigarette o eroina sarebbe facile, basta smettere.......

raffaelebifulco ha detto...

Una testimonianza coraggiosa e autentica Viola! Le tue parole come pennellate di un impressionista che, poche e nette, rappresentano tutta la suggestione di una scena. La tua scena interiore.


Mi colpisce molto quello che hai imparato e il modo in cui utilizzi la tua esperienza: ti ho immaginata come una donna che ora, nel suo percorso, sta costruendo la sua bussola per orientarsi. Qual è il tuo nord adesso?


Si capisce che ci capisci! Non è facile "uscirne" ma ti aiuta l'amore che riservi a te stessa. Tra le pennellate anche questa sfumatura...

Grazie!